RITRATTO DI LEI

Se la guardi è uno scricciolo ormai: minuta, appena un pochino curva su se stessa, sembra quasi essere indifesa.

I suoi occhi hanno deciso che sono stanchi di vedere il mondo intorno, probabilmente hanno tenuto duro fino a quando “lui” se ne è andato così che non aveva più bisogno delle sue cure e della sua presenza costante. Dopo a poco a poco si sono spenti, dando spazio solo alla sua immaginazione, ai ricordi delle forme e dei colori delle cose, ai ricordi dei nostri visi che col tempo sono cambiati o dei pronipoti, che nel frattempo sono nati e cresciuti.

Le sue orecchie faticano ormai a sentire, ma lei non vede l’ora di poter essere partecipe delle nostre vite, ascolta volentieri e con interesse qualsiasi cosa le si racconti: dai semplici eventi quotidiani, ai racconti dei viaggi estivi, fino ai discorsi più generali su quello che accade nella società attuale. E’ come se fossimo per lei tante piccole finestre sul mondo, alle quali affacciarsi e vivere in modo immaginario per qualche istante.

I discorsi con lei non sono mai banali, a 97 anni conserva una lucidità a dir poco invidiabile, un’elasticità mentale e di pensiero che spesso mi domando come faccia ad avere. Nata nel 1920, vissuta in epoche che sembrano lontane anni luce da noi, catapultata in un’era che non ha niente a che vedere con quella che lei ha conosciuto fin da bambina, in cui è cresciuta, in cui ha vissuto gli anni adulti. E’ a dir poco consapevole del nuovo mondo che ora la circonda, di tutte quelle novità che la tecnologia ci ha portato, di come questa abbia cambiato il nostro vivere e le nostre abitudini nel bene e nel male.

La gracilità del suo aspetto inganna, al suo interno si nasconde una donna forte, con il carattere deciso e determinato di chi deve avere la situazione sempre e costantemente sotto controllo. E’ una di quelle donne di una volta che ormai non si trovano più: coraggiosa, tenace, severa, combattiva in senso buono, ma anche ricca di valori. E’ mia convinzione pensare che il senso di solidarietà, di aiuto reciproco e di collaborazione che la caratterizzano siano nati e si siano sviluppati in modo particolare in tutta quella generazione che ha vissuto la guerra, che ha provato sulla propria pelle la durezza e la difficoltà di quei tempi e degli anni a seguire.

Una caratteristica che la contraddistingue e che ho sempre ammirato in lei è il suo profondo senso di gratitudine verso la vita. Ama raccontare episodi del suo passato: per lei è un piacevole e spesso sorprendente ripercorrere istanti e avventure vissute, per chi ascolta è un calarsi in un’epoca sconosciuta, una sorta di viaggio nel tempo dove tutto era completamente diverso. Ogni volta che racconta piccoli pezzi della sua storia trapela un ottimismo di fondo, nonostante i tempi duri della guerra, la miseria che ne è seguita, la salute precaria del marito e i tanti sacrifici che insieme hanno dovuto affrontare. Una vita segnata da privazioni, ma anche e soprattutto dal coraggio di mettersi in gioco. Durante i suoi racconti le compare sempre sul viso l’accenno di un sorriso e il suo tono è privo di qualsiasi lamento. Penso si celi una grande soddisfazione dietro a quel sorriso, un forte orgoglio per essere riusciti con gli anni a trasformare quel nulla in qualcosa di concreto.

E’ sempre stata una persona molto riservata con un profondo senso del pudore e un carattere a tratti introverso e poco incline ad effusioni. Ho ricordi di momenti con lei in cui percepivo il rigore che accompagnava i suoi gesti, lo sguardo sempre vigile e pronto: non si faceva convincere facilmente. Da bambina temevo un po’ questa sua severità. Ciò nonostante ripensando alla mia infanzia rivivo con immensa gioia il ricordo delle tante vacanze estive trascorse insieme, delle risate e degli scherzi che caratterizzavano quelle giornate spensierate.

Oggi invece questi piccoli muri che innalzava a sua difesa e protezione hanno ceduto a poco a poco per lasciare entrare quanto più amore ed affetto possibile. Non so se è stata la percezione di questo suo bisogno o il rispecchiarmi nel carattere un po’ riservato che io stessa tendo ad avere, o la profonda stima che nutro per lei. So solo che inaspettatamente si è andato creando un rapporto speciale con lei, per la quale provo un sentimento che va al di là del bene che si vuole ad una persona in quanto tale. E ogni volta che la vedo me la abbraccio e me la bacio per bene, la mia nonna!

Elisa

 

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